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A Marzo 2021 abbiamo parlato del Futuro del Piemonte con 400 giovani under35.
La prima edizione di Piemonte2027, NextGen per il Futuro, si è tenuta il 20 Marzo 2021. 400 giovani under35 si sono incontrati online per discutere e proporre idee su cinque tematiche per lo sviluppo della nostra regione.
I risultati della prima edizione
Dalla digitalizzazione alla sostenibilità, dall’innovazione sociale alle professioni del domani, idee e proposte per disegnare il futuro del nostro territorio: i risultati sono diventati parte integrante del Documento Strategico Unitario della Regione Piemonte.
1.SVILUPPO RESPONSABILE
Dall’individuo al Sistema
Industriale, agroalimentare e tessile sono i principali rami produttivi del Piemonte, ma sono tra i settori a più alto impatto ambientale. Come dev’essere riformato il sistema produttivo? Quanto è disposto il singolo individuo a cambiare le proprie abitudini in un’ottica più sostenibile?
REPORT TAVOLI
Dai trasporti pubblici da incentivare, alle multe per il green washing. Dalla gestione più efficiente delle energie idroelettriche, all’agricoltura urbana a Torino. Sviluppo responsabile è un tema vasto e articolato. E infatti la partita dello sviluppo economico nella Regione ha in palio molto di più della crescita produttiva del territorio: la lotta al cambiamento climatico, la sfida per l’innovazione, il lavoro come luogo di sviluppo della coscienza civica, i tentativi di limitare gli sprechi e aumentare l’efficienza, la crescita di consapevolezza dei cittadini in quanto membri di una comunità. Sono tanti - ma non tutti - gli aspetti che entrano in gioco quando si parla del sistema produttivo regionale. Collegati tra loro, concatenati l’uno dall’altro. Prendere delle scelte, però implica non prenderne altre: al calcolo delle ipotesi e delle conseguenze,
si aggiunge quello delle manovre in virtù dal “male minore”. Cosa può rallentare l’esaurimento delle risorse del pianeta? Come può il singolo trovare il coraggio di attuare azioni virtuose nei confronti dell’ambiente anche - o soprattutto - se il sistema delle aziende, tra sprechi e rifiuti mal gestiti, non sembra garantire una politica comune di intervento?
Il percepito è difforme. Ad esempio, puntare sull’innovazione tecnologica potrebbe ostacolare le misure per combattere il cambiamento climatico. Di fatto, il nodo da sciogliere per quanto riguarda uno sviluppo economico veramente “responsabile” non riguarda quindi solo la scelta degli interessi da perseguire. Ha a che fare anche con l’equilibrio tra i vari interessi in gioco, che devono essere ricomposti in un quadro unitario e non esclusivo.
SONDAGGI
Il passato industriale della Regione Piemonte è:
AQualcosa da cui allontanarsi
12,0%
BUn patrimonio da valorizzare
31,0%
CUna nuova sfida per i giovani
58,0%
Con quali strumenti è possibile stimolare comportamenti individuali responsabili?
AEducando alla sostenibilità fin dai primi anni scolastici
51,0%
BCon una comunicazione diffusa e mirata
23,0%
CImplementando incentivi economici
26,0%
In quali comparti sarebbe più utile investire per creare nuove opportunità di competitività per il nostro territorio?
AInvestimenti sul capitale naturale e culturale
37,9%
BDigitalizzazione
26,6%
CValorizzazione del sistema sociale
18,5%
DSistema della logistica
8,8%
EAgricoltura di precisione
8,2%
Dove è più efficace investire per l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050 e perché?
AEnergie rinnovabili
42,4%
BInnovazione dei processi produttivi
24,1%
CInnovazione tecnologica
10,2%
DEducazione
9,9%
EAbitudini di vita
7,1%
FTrasporti
6,2%
2.NEW SKILLS
Formazione e Nuovi Lavori
I lavori del futuro, quelli che uniscono rispetto per l’ambiente, digitalizzazione, circolarità e assistenza, saranno sempre più richiesti. Quali competenze dovranno essere sviluppate per allineare domanda e offerta di lavoro? Come possono gli apparati educativi essere maggiormente efficaci nel formare i giovani alle nuove competenze?
REPORT TAVOLI
Il futuro del lavoro è legato a doppio filo con lo sviluppo tecnologico e digitale. Nei prossimi anni, assisteremo a uno sviluppo esponenziale dei lavori legati alle tecnologie emergenti, all’intelligenza artificiale, alle nanotecnologie e all’innovazione scientifica. Allo stesso tempo, si presenterà un crescente disallineamento tra domanda e offerta di competenze - uno skill mismatch che gli under35 dimostrano di conoscere bene già oggi - che avrà effetti negativi sulla capacità di introdurre reali innovazioni all’interno del settore produttivo piemontese.
La digitalizzazione e l’interconnessione, unitamente all’uscita delle vecchie generazioni dal mondo del lavoro, cambieranno drasticamente gli attuali modelli lavorativi, con ripercussioni sulle strutture organizzative e le forme di impiego dei singoli lavoratori. Di qui, l’esigenza di predisporre una Regione aperta al cambiamento e all’innovazione, capace di investire fondi, energie e risorse
per favorire lo sviluppo di percorsi formativi che rispondano efficacemente alle esigenze del mercato del lavoro. Come? Affiancandosi all’Università e ai Centri di ricerca, ma ancor prima a ITIS e percorsi PCTO. Le tendenze occupazionali da qui fino al 2030 evidenziano da un lato l’importanza delle soft skills, competenze fondamentali per garantire la resilienza dell’occupazione rispetto all’evoluzione frenetica del mondo del lavoro e dall’altro della interdisciplinarietà. La vera sfida della Regione consisterà nel progettare modalità di intervento innovative che consentano di intercettare, rinforzare e certificare percorsi di formazione e istruzione efficaci, che tengano realmente in considerazione i processi trasformativi del mercato del lavoro. Per farlo, è necessario investire nella nascita di nuove competenze, costruendo una next generation capace di rilanciare nuovamente la produttività e la competitività regionale.
SONDAGGI
Al momento il sistema di formazione disponibile nella Regione Piemonte è in grado di formare persone in grado di inserirsi efficacemente nel mercato del lavoro
Quanto sei d’accordo con questa affermazione in una scala che va da 1 (per nulla d’accordo) a 5 (completamente d’accordo)?
Quali sono le competenze che i giovani piemontesi devono sviluppare? (Anche più di una)
ACoscienza ambientale
68,4%
BPensiero critico
66,3%
CSoluzione di problemi complessi
48,6%
DUso di tecnologie
48,3%
EApprendimento attivo
46,1%
FPensiero analitico
33,1%
GResilienza
30,0%
HLeadership
25,7%
Da 1 a 5, quanto percepisci che in Piemonte ci sia un problema con l’orientamento alle professioni del futuro?
Come si potrebbe allineare domanda e offerta di lavoro?
AMaggiore comunicazione tra scuola (superiore, università, ecc.) e mondo del lavoro
64,6%
BMigliori corsi di formazione (ICT, corsi professionalizzanti, ecc.)
13,0%
CNuove piattaforme collaborative
11,8%
DNuovi percorsi formativi
10,6%
3.CONNESSIONI
Integrazione delle Marginalità
Quanto influiscono collegamenti e connessioni territoriali sulla qualità della vita dei giovani piemontesi? Come potranno le infrastrutture del domani essere implementate e ampliate per permettere ai giovani di poter investire nella propria area e provincia di provenienza?
REPORT TAVOLI
Centro e periferia, città e provincia, gli integrati e i marginalizzati: il Piemonte è una realtà composita ed è inevitabile che si creino delle divisioni tra i territori e tra le persone. Per affrontarle - e superarle - è necessario partire da un ragionamento alla base della questione. Quali sono le differenziazioni inevitabili, forse auspicabili, in un territorio così variegato? Quali sono quelle che non sono accettabili e vanno combattute?
Riguardo a quest’ultime la riflessione si è concentrata più che su come eliminare queste forme di discriminazione su come far sì che le varie parti della Regione (territoriali e sociali) si parlino, entrino in connessione: una connesione infrastrutturale ma anche comunicativa e sociale. In che modo? Le risposte sono altrettanto variegate. Con un sistema di car sharing a gestione regionale, con un sistema di collegamento pubblico capillare
che colleghi in modo aggiornato ed efficiente le aree montane e le langhe ai centri urbani. Favorendo l’economia di prossimità e gruppi di acquisto solidali, ideando di progetti e percorsi culturali a tappe che rivitalizzino le comunità urbane così come i territori meno centrali e animino la vita della regione in tutte le stagioni. La differenziazione non è eliminabile completamente ma può essere resa un elemento dinamico e in trasformazione all’interno dell’organismo complessivo che è la Regione. Permettere alle persone di scegliere, di connettersi per conoscere una realtà diversa rispetto a quella in cui sono inseriti è la chiave per far sì che le discriminazioni vengano mitigate e superate, perché trovino un loro ruolo dinamico all’interno della vita collettiva. Certo, in quest’ottica di sinergie tra province e creazione di comunità gli incentivi aiuterebbero: quali possiamo immaginare per i cittadini del Piemonte di domani?
SONDAGGI
Quali sono gli strumenti più importanti per mantenere la coesione tra le varie parti del territorio?
ATrasporto pubblico
32,0%
BAccesso alla pubblica amministrazione e ai servizi
6,0%
CProgrammi di investimento pubblico in zone marginali
41,0%
DDigitalizzazione di servizi e possibilità di lavoro da remoto
21,0%
Quali sono i limiti maggiori che impattano sui giovani tra centro e periferie o tra città e zone rurali?
AMancanza di luoghi aggregativi
30,0%
BMancanza di stimoli culturali
26,0%
CMancanza di incubatori di impresa
5,0%
DMancanza di servizi dedicati
33,0%
EMancanza di banda larga
5,0%
Le istituzioni piemontesi su cosa dovrebbero intervenire per integrare le marginalità?
ATrasporti
31,5%
BRiqualificazione delle aree degradate
31,2%
CValorizzazione delle identità locali
24,1%
DReti
12,5%
EAltro
0,6%
4.BENESSERE
Nuova vivibilità
La situazione giovanile piemontese ha bisogno di importanti investimenti. Come migliorare la qualità della vita dei giovani piemontesi? In che modo la Regione può aumentare l’accesso alle risorse, a prescindere dalla collocazione geografica o dalla provenienza sociale dei giovani?
REPORT TAVOLI
E se il mondo new normal fosse meglio del precedente? La crisi sanitaria, sociale ed economica generata dalla pandemia ci ha fatto riscoprire il valore della collaborazione e della cooperazione all’interno di intere comunità e territori, evidenziando l’esigenza di creare luoghi inclusivi e sostenibili, aperti a momenti di formazione e dinamiche di co-progettazione attiva in grado di aumentare il grado di coesione sociale tra le persone. Inclusività è la parola chiave.
Per migliorare la qualità della vita dei giovani e delle giovani piemontesi, la Regione dovrà orientarsi verso un’apertura a 360° di tutti i territori, aumentandone la mobilità e la competitività interna indipendentemente dalla collocazione geografica,
con l’obiettivo di creare un sistema virtuoso, capace di generare benessere per tutti e tutte, a prescindere dalla propria provincia di provenienza: la diversità, oggi, è percepita come un valore. Il miglioramento - esistenziale e logistico - della nostra vita in società sembra essere possibile attraverso la creazione di programmi culturali e psicologici a sostegno della gioventù, con l’introduzione di specifici interventi di natura socioeconomica, ma anche con il supporto delle reti sociali e della partecipazione attiva agli spazi culturali e civici in chiave inclusiva, restituendo protagonismo e visibilità a tutte quelle realtà locali capaci di coniugare nuove tecnologie, sostenibilità e inclusione, generando un forte impatto sociale.
SONDAGGI
La tutela del benessere psicofisico è uno degli aspetti che possono incidere sull’attrattività del Piemonte per i talenti provenienti da altre parti del Paese/mondo.
Quanto sei d’accordo con questa affermazione in una scala che va da 1 (per nulla d’accordo) a 5 (completamente d’accordo)?
Su quali servizi è necessario puntare per rendere migliore la vita dei giovani residenti in Piemonte?
AMigliori trasporti pubblici e infrastrutture
19,0%
BInvestimenti per una maggior diffusione della cultura (musei, teatri, cinema, etc.)
7,0%
CPotenziamento dell’offerta universitaria e dei servizi correlati (campus, mense, aule studio, etc.)
17,0%
DInvestimenti mirati a migliorare le condizioni di vita in generale (verde pubblico, accesso alla sanità, qualità dell’aria, etc.)
56,0%
Su cosa bisognerebbe investire per trattenere i giovani piemontesi? (anche più di una)
AStart up
56,1%
BSpazi di coworking e studio
55,8%
CSupporto economico
54,9%
DLuoghi di aggregazione
50,5%
EEducazione
50,2%
FRiduzione affitti
38,2%
GSupporto psicologico
29,2%
HAltro
2,8%
Da 1 a 5 quanto ritieni “vivibile” il Piemonte?
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