Formazione e Nuovi Lavori
I lavori del futuro, quelli che uniscono rispetto per l’ambiente, digitalizzazione, circolarità e assistenza, saranno sempre più richiesti. Quali competenze dovranno essere sviluppate per allineare domanda e offerta di lavoro? Come possono gli apparati educativi essere maggiormente efficaci nel formare i giovani alle nuove competenze?
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Il futuro del lavoro è legato a doppio filo con lo sviluppo tecnologico e digitale. Nei prossimi anni, assisteremo a uno sviluppo esponenziale dei lavori legati alle tecnologie emergenti, all’intelligenza artificiale, alle nanotecnologie e all’innovazione scientifica. Allo stesso tempo, si presenterà un crescente disallineamento tra domanda e offerta di competenze - uno skill mismatch che gli under35 dimostrano di conoscere bene già oggi - che avrà effetti negativi sulla capacità di introdurre reali innovazioni all’interno del settore produttivo piemontese.
La digitalizzazione e l’interconnessione, unitamente all’uscita delle vecchie generazioni dal mondo del lavoro, cambieranno drasticamente gli attuali modelli lavorativi, con ripercussioni sulle strutture organizzative e le forme di impiego dei singoli lavoratori. Di qui, l’esigenza di predisporre una Regione aperta al cambiamento e all’innovazione, capace di investire fondi, energie e risorse
per favorire lo sviluppo di percorsi formativi che rispondano efficacemente alle esigenze del mercato del lavoro. Come? Affiancandosi all’Università e ai Centri di ricerca, ma ancor prima a ITIS e percorsi PCTO.
Le tendenze occupazionali da qui fino al 2030 evidenziano da un lato l’importanza delle soft skills, competenze fondamentali per garantire la resilienza dell’occupazione rispetto all’evoluzione frenetica del mondo del lavoro e dall’altro della interdisciplinarietà. La vera sfida della Regione consisterà nel progettare modalità di intervento innovative che consentano di intercettare, rinforzare e certificare percorsi di formazione e istruzione efficaci, che tengano realmente in considerazione i processi trasformativi del mercato del lavoro. Per farlo, è necessario investire nella nascita di nuove competenze, costruendo una next generation capace di rilanciare nuovamente la produttività e la competitività regionale.